Uniti nelle diversità: il diritto a un rito funebre secondo la propria tradizione, il processo di confronto dedicato alle comunità religiose ed etniche italiane.

22 Ott 2020

Un ponte di comunicazione e ascolto inter-religioso volto alla condivisione di visioni e  prospettive utili a garantire a tutti e tutte la possibilità e la certezza di avere una ritualità funebre consona al proprio credo e alla propria cultura di appartenenza.

L’Italia di oggi non è più un paese fondamentalmente solo cattolico. Negli ultimi trent’anni la realtà è cambiata: è aumentato il numero di italiani appartenenti ad altre confessioni religiose, così come il numero di migranti e dei cittadini che hanno scelto la strada della laicità.

L’esperienza del Covid ha accresciuto il livello di consapevolezza sull’urgenza di aprire un dibattito nazionale su temi tanto controversi e complessi come quello dell’umano morire, del diritto a ricevere un rito funebre secondo la propria tradizione, del trattamento della salma e sul dovere delle Istituzioni e dei decisori politici di essere preparati a rispondere alle esigenze di un Paese che cambia, contribuendo a sviluppare un clima culturale aperto, inclusivo e rispettoso di tutte e tutti.

“Uniti nelle diversità: il diritto a un rito funebre secondo la propria tradizione” è il processo di coinvolgimento promosso da Exitus Spa e Società per la cremazione novarese Aps, in collaborazione con il Tavolo interreligioso di Roma, e ambisce a promuovere il diritto di chiunque, qualunque sia la sua appartenenza religiosa o la sua prospettiva spirituale, la sua provenienza e la sua cultura di appartenenza, di vedere rispettate le proprie volontà nello svolgimento delle esequie, nel rispetto delle leggi italiane.

Il progetto si è sviluppato attraverso più fasi. Inizialmente è stata condotta un’indagine di ascolto preliminare volta realizzare una mappatura delle questioni problematiche più̀̀ ricorrenti sul tema. In seguito, i risultati di tale indagine hanno costituito la base sulla quale è stato impostato il Town Meeting del 22 ottobre che ha coinvolto i rappresentanti di diverse comunità religiose, non religiose ed etniche, associazioni di volontariato, strutture sanitarie e amministrazioni, in un’attività di condivisione e dialogo volta ad individuare punti di riflessione e spunti operativi utili per il breve e medio periodo

Durante il Town Meeting si è discusso concretamente delle soluzioni da adottare per rispondere alle esigenze di tutte e tutti. Si è parlato della necessità di adottare linee guida nazionali capaci di orientare i territori, le comunità locali e gli attori che si occupano di cura e di fine vita, si è parlato di formazione e informazione e dell’importanza di offrire una tutela anche a coloro che non hanno una comunità religiosa di appartenenza o familiari al fianco nel momento del saluto.

La nostra Costituzione garantisce, all’articolo 19, il diritto a professare liberamente la propria fede religiosa in qualsiasi forma, ed è a partire dalla diffusione di maggiori conoscenze sui temi oggetto di dibattito e dall’esercizio di buone pratiche di inclusione sociale, che questo diritto può essere agito nel concreto, con chiarezza legislativa, tolleranza e apertura culturale.

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